martedì 23 ottobre 2012

Keep Calm, Be Choosy!

Chi non risica non rosica. 
In questo senso, bisogna essere "choosy", caro ministro (tecnicamente) del lavoro.
Si sarà espressa male, suvvia. In questo senso, tecnicamente, mi permetta, cara Elsa, è poco portata alla politica. Non che i politici abbiano competenze a riguardo, in fondo si è già parlato di quanto sia bello ed auspicabile cambiare spesso lavoro...o di come, in fondo, il vero consiglio contro la precarietà è sposarsi un uomo ricco. I suggerimenti di una grande generazione, a noi poveri bamboccioni. E viva le banalità.
Per carità, non che non ci abbia mai pensato a tutto ciò, solamente mi permetto di avere una differente scala valoriale.


Eccomi. Come può notare, cara Elsa, sono adattabile e pronta a tutto (oltre che simpaticamente autoironica).
Laureata da quasi un anno ormai, prima esperienza di stage in una di quelle bellissime aziende dove assumono manovalanza a iosa (a cosa servono secondo lei 180 stagisti nella sola sede di Milano??!!).
Tutto molto bello, davvero. Poi a casa.
La mia fortuna è avere una famiglia fantastica, una casa, una buona formazione, e la possibilità di fare la "choosy". Per due mesi la mia occupazione principale è stata, appunto, la ricerca del lavoro. Curricula, siti, annunci, applications, career day, colloqui di gruppo, colloqui individuali, attesa, appuntamenti...oggi sono contenta e soddisfatta di me stessa, ma secondo lei, mi sarei dovuta fermare alla prima offerta?

Apriamo questa lunga parentesi. La prima offerta di lavoro.
Ho risposto ad un annuncio per una posizione di Junior Marketing, a Milano, per Azienda X. Vengo contattata per un primo colloquio da Azienda Y (suppongo facente parte di Azienda X); per non essere troppo choosy, e avendo tempo da perdere, sono andata al primo colloquio.
Arrivo in questa sede un po' fatiscente via dei choosy, Corsica. Da fuori sento urla di persone, avete in mente il film Tutta la vita davanti (2008), commedia sul precariato? Ecco, immaginatevi la scena degli agenti che, chiusi in una stanza, vengono incitati ad urlare per vendere il più possibile. Ecco, la scena era quella. Già qualcosa mi puzzava. Con me una ventina di giovani, anche loro ignari del tipo di lavoro svolto in quelle mura, aspettano di incontrare il giovane americano Mr. Fornera. Il colloquio va benissimo, soprattutto rispetto agli altri in fila, che scopro essere senza una laurea e senza grandi esperienze. A dire la verità sembrano tutti abbastanza disperati!
Mi chiamano per il secondo colloquio: si tratta di una giornata di affiancamento ad un team, per vedere il lavoro di persona. Mi ritrovo in macchina con il leader del team, il suo vice, e due ragazzine. La somma dei loro anni non superava gli 80. Destinazione: Stradella. Stradella??? Si, ridente località vicino a Choosyland. Durante la strada scopro, a fatica, di cosa si tratta: vendita porta a porta. Cerco di spiegarlo ai ragazzi, i quali sostengono non fare una vera vendita porta a porta, in quanto loro effettivamente non vendono nulla. Il loro scopo è far firmare dei contratti, in questo caso per Azienda Z. Ogni contratto firmato sono 30 €. Zero contratti...nada dinero!

Cara ministro Fornero, questi ragazzi probabilmente non potevano permettersi di essere choosy, forse hanno bisogno di un'entrata per mantenersi, e sono disposti a stare fino a notte fonda in giro per la Lombardia a bussare alle porte. Non mi permetto di giudicare il lavoro altrui. Penso solo che a questi ragazzi era stato fatto il lavaggio del cervello, parlavano per frasi fatte. Una ragazza mi è scoppiata a piangere tra le braccia, in bagno per non farsi vedere!

Io mi considero una ragazza fortunata, e non perché mi hanno regalato il mondo, ma perché mi impegno e lotto per quello in cui credo.


"Perchè voi siete persone SPECIALI, e farete un lavoro SPECIALE!"


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